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Atto di Forza

Sono terminati oggi degli europei di pallamano molto equilibrati, ben organizzati, con un podio inatteso ai blocchi di partenza. Questi i resoconti delle ultime vibranti partite.

Finale 5°-6°

Macedonia-Slovenia 28-27

Il sogno macedone continua, sono al pre-olimpico. Lazarov uomo partita anche se con un 8/17, cede simbolicamente il premio al portiere Ristovski, l’altro simbolo della squadra sorpresa dell’europeo. Diventa anche leader all time  dei marcatori nell’europeo. Finale bello tirato, la Slovenia si porta sul meno uno ma i macedoni allungano di nuovo. Penalità per loro in difesa però, inferiorità numerica nell’ultimo minuto e mezzo. Slovenia che accorcia di nuovo, Lazarov sbaglia ma Skube spreca l’occasione della vita a 3 secondi dalla fine spedendo a lato un tiro piuttosto buono.

Semifinali

Danimarca – Spagna 25-24

Altra partita equilibrata come dimostra il punteggio, senza grandi break. 3 gol di scarto il massimo vantaggio. Spagna col solito gioco molto largo e lontano dalla porta, non riesce ad incidere più di tanto. Bene quando si estende in campo aperto grazie alla velocità di Tomas, ma il contropiede riesce poco grazie all’abilità avversaria e le Furie Rosse paiono ingolfate. La Danimarca inizia perdendo molti più palloni, ma lampi delle sue stelle la tengono a galla, oltre al centro Toft. A tempo praticamente scaduto prima dell’intervallo Hansen indovina un angolo difficile su punizione con portiere immobile. Si ripeta nel finale in cui gli spagnoli cercano la disperata rimonta spinti da un paio di superiorità numeriche, pigliando un gol assurdo perché già per terra. I miei dubbi sullo stile permangono. In perfetta parità tanto per cambiare decide una bordata di Hansen.

Serbia – Croazia 26-22

Partita senza finale thriller ma dall’elevato pathos visto le contendenti. Lo sviluppo della gara è abbastanza noioso, dopo un primo tempo equilibrato la Serbia riesce a scavare un parziale non più recuperato dalla Croazia. I serbi, spinti dalla bolgia sonora e visiva sugli spalti disputano la partita della vita, primo fra tutti il portiere acchiappatutto Stanic, conquistando il meritato accesso alla finale, la prima nella pallamano.

Finale 3°-4°

Croazia – Spagna 31-27

Ufficiale, la Spagna gioca con un buco nero in porta. I due portieri parano poco e i primi sei tiri croati sono tutti gol. Quando si è monchi di un ruolo importantissimo si paga. Dall’altra parte il colosso Alilovic garantisce tranquillità all’arcigna difesa croata, che si difende ricorrendo alle maniere forti in svariate circostanze. Il pivot Vori e il bombardiere Lackovic scavano il parziale decisivo in avvio di partita mantenendolo con l’aiuto di Nincevic e Cupic. I croati recitano un po’ di actor studio ma meritano senza appelli la medaglia di bronzo fino ad ora sempre sfuggita. La Spagna tenta a ondate di riportarsi sotto senza mai ricucire del tutto. Sermiento mette in campo tutto sé stesso ma non riesce a trascinare la squadra che inizia con le pile scariche, quasi sentisse ancora la delusione per la mancata finale.

Finale 1°-2°

Danimarca – Serbia 21-19

Le favole di Andersen si addicono bene alla Danimarca fresca campione d’Europa. Una squadra approdata alla seconda fase con 0 punti, salvata dalla vittoria contro la Slovacchia eliminata. Bravi loro a realizzare 5 punti approfittando delle carenze altrui (Germania) e a sconfiggere la fino ad allora imbattuta Spagna. Ritrovano i padroni di casa che li avevano superati al primo turno, ma per la Serbia oggi niente tris. Vince Djokovic la maratona contro Nadal, vince l’europeo la nazionale di pallanuoto battendo il Montenegro, ma sul più bello deve cedere quella di pallamano. Non basta il gran tifo scatenato dagli spalti. Partita a basso punteggio che risente della normale tensione da finale, dove i danesi han saputo reggere la pressione psicologica e con pazienza si sono costruiti un piccolo vantaggio mantenendolo sino alla fine. Enorme merito va ad Hansen che ha rintuzzato puntualmente i tentativi di aggancio serbo. Decisivo assieme al portiere Jacobsen. L’asso del Copenaghen segna sei degli ultimi nove gol della squadra, annichilendo il volenteroso e bilanciato attacco serbo.

 
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Pubblicato da su 29 gennaio 2012 in Pallamano

 

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Gioco di mano, gioco di palla

Siamo alla stretta finale. Un giorno di riposo e domani si può tranquillamente parlare di Final Four. Tema della discussione gli europei di pallamano maschile in corso di svolgimento a Belgrado. Serbia che ha ospitato la manifestazione in altre tre città in cui erano dislocati i primi gironi: Nis, Novi Sad e Vrsac. La formula del torneo mi é piaciuta: prima di tutto solo 16 squadre, l’apertura a 24 della pallacanestro l’ho poco apprezzata. A giocarsi i continentali dovrebbe esserci solamente il gotha, come al solito vado controcorrente rispetto alle dinamiche di marketing ma la soluzione a 8 é la migliore. Qui invece 4 gironi da 4, l’ultima a casa mentre le altre 3 convergono con le qualificate di un altro girone creandone due maxi da 6. Ovvio scontri incrociati, stessa formula baskettara insomma. Ma niente quarti di finale, a passare sono solo in due, dunque competizione più serrata e maggior peso dato al primo girone. Alla seconda fase si arriva coi punti ottenuti solo contro le squadre che a tale fase sono arrivate, dunque se per esempio arrivi come la Francia avendo battuto solo la Russia eliminata, cominci con 0 punti. Equo. Le semifinali sono gustose, e se dico Serbia – Croazia ne capite subito la ragione. Sull’altra sponda Spagna – Danimarca, con gli iberici miei personalissimi favoriti e lo dico sperando di non gufare (nomi di spicco sono Joan Cañellas e Victor Tomas, ma scartabellando le statistiche si nota che gli spagnoli presenti nelle prime posizioni sono pochi, sintomo di un buon bilanciamento di squadra); penso che abbiano mostrato qualche cartuccia in più nel pallottoliere pur senza dominare, perché un aspetto positivo della manifestazione é stato l’equilibrio riscontrato in tantissimi match, con risultato aperto, scarti contenuti e molte partite risolte nella volata finale. Peculiare la composizione delle partecipanti: quattro nordiche (Danimarca, Svezia, Norvegia, Islanda), quattro balcaniche (Serbia, Croazia, Slovenia, Macedonia), quattro della mittleuropa (Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia, Polonia) e infine quattro classiche potenze (Spagna, Francia, Germania, Russia). Grande delusione del torneo é stata la Francia, che partiva da un’asticella di aspettative altissima essendo pluricampione di tutto quanto si potesse raccattare nel panorama internazionale. Confluiti in un primo girone piuttosto duro con Spagna, Ungheria e Russia, la banda di Onesta ha steccato vincendo solo due partite su sei, e nella partita decisiva contro la Croazia é stata messa alle corde senza mostrare tante armi per uscirne. Il punteggio finale, 29-22, é sincero e racconta che la precoce eliminazione é stata meritata. Fine di un ciclo? Presto per dirlo. Questa volta é andata storta, ma molti giocatori hanno ancora anni da spendere, il migliore, Karabatic (figlio d’arte che papà croato ha sfornato nella terra che lo aveva accolto come giocatore) é 27enne. I giochi restano aperti anche se è vero che la vecchia guardia dei giocatori nati negli anni ’70 (Omeyer, Gille, Dinart, Narcisse, Fernandez) potrebbe avere in serbo ancora pochi gettoni. Nell’equilibrio generale me la sento di spendere due parole d’elogio per la l’Islanda, che senza mai dimenticarlo é un’isola di soli 300mila abitanti. Chapeau, tirano comunque fuori una bella squadretta. Polli invece i tedeschi che con la semifinale quasi in tasca si fanno rimontare dalla Polonia perdendo secondo posto e pure terzo, quello valevole per la sfida del 5˚ posto – valevole per giocarsi un posto alle Olimpiadi, sarà nuovamente un affare balcanico tra Slovenia e Macedonia, col macedone Lazarov che potrebbe diventare il top scorer assoluto degli europei. IL record è 58,lui per ora è a 53. Ne avranno gioito i danesi, da sempre fieri avversari dei vicini confinanti, che staccano il pass e dopo la finale mondialedell’anno scorso ci riprovano. Grandi individualità nella coppia Hansen – Lindberg (ma anche il blaugrana Nöddesbo), per il resto pronostici é rischioso farli in virtù del sopracitato equilibrio. Per non parlare della seconda semifinale dove come al solito entra in gioco una miriade di altri fattori oltre a quelli sportivi. Di certo c’è che molti giocatori sono sparsi per l’Europa e provengono da squadre che disputano la Champions League, come naturale attendersi, e anche in squadre di primissima fascia. Tra questi non si trova Ivan Čupić, affermatosi come una delle stelle croate, che milita comunque nel campionato tedesco, il più competitivo assieme a quello spagnolo. Ennesimo segreto di pulcinella, quando giochi in competizioni probanti ricevi gli stimoli che ti fanno migliorare. Tra l’altro sia lui che il cestista Pocius condividono la singolarità di giocare con nove dita, avendone persa una in seguito ad incidenti.

Piccolo appunto personale: una cosa che non ho mai capito appieno della pallamano, pur seguendola da qualche tempo,è come venga interpretato il ruolo del portiere. Ruolo, bene precisarlo se mai non risultasse logico, molto importante. Ultimo difensore e primo attaccante, come ha illustrato alla perferzione il portiere macedone beffando direttamente su rinvio l’incauto collega serbo. Unico a poter usare i piedi, ok. Ma lo stile a mio modesto avviso potrebbe essere più proficuo. Se per esempio, invece della tipica uscita a pelle d’orso non usasse maggiormente l’istinto e le mani. Voglio dire, le gambe vengono adoperate bene, sono lunghe propaggini ed hanno l’estensione dei ballerini di danza classica. Ma un concetto base credo sia che negli arti superiori si ha maggior controllo e sensibilità, dunque logica vorrebbe venissero sfruttati di più. Sicuramente subisco il riflusso della tecnica del portiere pallonaro, ma servendosene non farebbe che aiutare ad incrementare la percentuale di parate. Personalissima convinzione.

 
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Pubblicato da su 26 gennaio 2012 in Pallamano

 

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