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Nba Playoffs – Analisi primo turno

Come, a ritroso nel tempo, prima l’analisi sulle semifinali di conference ed ora una retrospettiva su quel che è stato il primo turno? Ebbene sì, perché se è vero che col senno di poi son tutti bravi a riempirsi la bocca di bei discorsi, io le mie previsioni le ho fatte prendendoci in alcuni casi e toppando alla grande in altri, dunque torno su quelli che sono i stati i miei errori per vedere cosa ha funzionato diversamente. Serie per serie:

  • Chicago Bulls – Indiana Pacers 4-1: giù il cappello per Indiana e coach Vogel, che la serie l’ha allenata e ha dato una partita ai migliori dell’Est praticamente in ogni occasione, uscendone con una sola vittoria ma in realtà arrivando sulla linea del traguardo in almeno due partite. Ottime le prove di Hibbert, Granger, in singoli episodi bene anche Collison e Hansbrough che non hanno fornito continuità ma inizialmente han fatto il botto. Bravi loro e pure gli altri, che han saputo giocare come una squadra trovando contributo da tutti. Alla fine l’han spuntata i Bulls che in difesa han saputo asfissiarli nei minuti finali, suonando la carica sempre nell’ultimo quarto, giochino rischioso perché non è sempre detto che riesca, vedi gara 4 che i Pacers stavano per gettare dalla finestra con due minuti di isterismo collettivo. Rose non ha tirato benissimo però ha fatto quel che ci si aspettava, la differenza. MVP: Derrick Rose
  • Orlando Magic – Atlanta Hawks 2-4: avevo detto che avrebbe pesato il rendimento del turco; vero perché ha fatto schifo, ed in generale sul banco degli imputati tutti gli esterni, mai continui, mai veramente incisivi se non per sfuriate sporadiche. Ha pagato la tattica Hawks, lasciare Howard in single coverage: il centro dei Magic ha avuto cifre mostruose (27 punti,15.5 rimbalzi e 63% dal campo) ma i tiratori sul perimetro son stati messi in naftalina con percentuali molto basse e non han saputo trovare alternative. Di contro quel famoso talento dei singoli ha portato Atlanta a passare il turno, grazie ad uno dei soliti tiri vincenti alla Crawford che ha chiuso gara 4, alla presenza di Hinrich che a differenza di Bibby difende mettendo pressione sulla palla e ritardando l’entrata nei giochi, all’indubbia pericolosità che hanno nei finali punto a punto. Lo stesso Crawford ha giocato una serie di un certo livello, con nessun esterno che riusciva a seguirne le tracce. Per me sono ancora un punto interrogativo però sembrano tosti. MVP: Jamal Crawford
  • Boston Celtics – New York Knicks 4-0: l’unico sweep è stato riservato ai Knicks, che sono andati vicinissimi a vincere gara 1 ma una volta persa per due grandi esecuzioni dei Celtics han dovuto soccombere anche di fronte alla sfiga, che gli ha privati di Billups e reso Stoudamire a mezzo servizio. Croce sopra. Anthony ha provato ad ergersi salvatore della patria, ma a parte grandi realizzazioni non è riuscito a fare molto, Boston ha sostanzialmente controllato la serie proprio in cabina di regia dove Rondo è stato sole e luna, gestendo i ritmi e anche attaccando come gli si chiederebbe. Il resto è andato via piuttosto liscio, il che ha detto poco sulla reale condizione dei biancoverdi, che non si è capito se giocassero con le marce o meno. MVP: Rajon Rondo
  • Miami Heat – Philadelphia 76ers 4-1: l’unica che ho preso anche nel punteggio, i 76ers han giocato bene, come potevano, Collins ha cercato di allenarla il più possibile ma probabilmente di più non poteva ottenere dai suoi, contando che i cosiddetti big, Igoudala e Brand, non han reso secondo aspettative. Un po’ inconsistenti sotto canestro per arginare le penetrazioni, che bene o male è quel che devi fare contro Miami, va dato merito di aver retto anche in condizioni critiche, provando comunque a giocarsela finché le percentuali lo consentivano. L’unica vittoria è arrivata grazie ad un gran finale di Holiday e Williams, il primo soprattutto da tenere d’occhio anche per il futuro. Bravo anche il rookie Turner che nonostante alcune imbarazzanti figure ha saputo lo stesso reagire sfornando un paio di discrete prove. Che dire degli Heat: secondo me continuano a giocare davvero male in attacco, un antibasket nel senso puro dello spirito del gioco, anche se dietro invece sanno diventare ermetici, eppure vincono. MVP: Dwyane Wade
  • San Antonio Spurs – Memphis Grizzlies 2-4: sorpresona pronosticata solo da Barkley, giù il cappello. Il gomito malandrino dell’argentino ha inciso tantissimo, soprattutto nella gara 1 persa in cui lui mancava. Nonostante ciò ha saputo regalare comunque perle come il buzzer beater da metà campo o il canestro impossibile del pareggio in gara 5. Avevo detto che gli Spurs non sarebbero andati via lisci, verissimo: andiamo con ordine. Duncan aveva benzina nel serbatoio? No. Per il duello Parker/Conley barrare C, nel senso che ha vinto il play di Memphis mentre Tony ha tirato male con brutte scelte tranne in rari momenti. Impatto panchine? Spurs non pervenuta se si pensa che il meglio l’han mostrato Splitter e Neal,i due nuovi. A proposito di Neal, ovviamente ha messo il tiro dell’assurda gara 5. Che Jefferson vedremo? Perché, qualcuno l’ha visto? Detto questo, complimentissimi a Memphis, che ha fatto davvero bene sia per gioco che per mentalità. Grandi ondate dalla panchina, ottima con il volpone Battier, Mayo e le sorprese (almeno per me a questi livelli) Vasquez e Arthur. Tony Allen magnifico, un flipper, quanto lo stiano rimpiangendo a Boston solo loro lo sanno, Sam Young vero jolly spariglia carte (alzi la mano chi lo sospettava così incisivo), Gasol ultra solido ma Z-bo mattatore saltando zero e giocando solo di mancino. Adesso non si può più ignorarlo. MVP: Zach Randolph
  • Oklahoma City Thunder – Denver Nuggets 4-1: in gara 5 è nata la leggenda di uno che era già stella. Durant fa davvero impressione. Denver la serie se l’è giocata tranne in gara 2, il non avere un giocatore di riferimento ha forse fatto si che i finali siano stati mal giocati, e contro una squadra che ha pochi concetti ma ben instillati, specie a chi dare la palla quando conta, diventa dura. Per i Nuggets bene Lawson e Gallinari, specie nel punto vinto, Nenè, a sprazzi Martin e Felton, Afflalo che però non le ha giocate tutte. Nessuno comunque è stato sempre continuo. Dalla sponda opposta solito duo in testa, con Westbrook che però farebbe meglio a selezionare con più cura i tiri, ha spostato e non poco Ibaka, che in attacco migliora quasi a vista d’occhio e in difesa ha smollato 24 stoppate di cui 9 nella gara decisiva, 2 delle quali han invertito il trend pro-Denver prima del dominio di KD. Da sotto si faceva davvero fatica a tirare. Pronostico rispettato. MVP: Kevin Durant
  • Dallas Mavericks – Portland Trail Blazers 4-2: mm qui piccola delusione. Da Portland mi aspettavo di più, soprattutto la panchina ha tradito le aspettative anche se in generale la squadra si è mostrata ancora acerba. Fernandez un fantasmino, Batum ha pennellato qua e là senza finire un quadro, Roy ha illuso in gara 4 ma poi ha sostanzialmente quasi danneggiato. Aldridge molto bene ma si è vista la differenza nei finali con Nowitzki, di strada da fare ne ha ancora. Dallas ha risposto bene, da squadra navigata, sembra avere un Kidd ispirato anche al tiro, il solito efficace e determinante Terry, il solito tedesco, un inaspettato Peja in gara 2, quel che mi ha sorpreso è stata la gestione delle gare, in cui li credevo deficitari e che invece in sostanza han sempre saputo controllare, facendo sbollire i calori di Portland con alcune sfuriate, ma trovandosi sempre a contatto quando contava. Anche dopo essere stati raggiunti nella serie non si sono smontati, anzi han saputo chiudere. Da squadra di veterani quale sono. Continuo a sospettare che non basti per fare ulteriore strada, ma anche qui, pronto ad esser sconfessato. MVP: Dirk Nowitzki
  • Los Angeles Lakers – New Orleans Hornets 4-2: i numeri cinesi Paul li ha fatti davvero e di partite è riuscito a strapparne due, ma anche per lui la benzina non è eterna e negli ultimi due episodi si è visto. Considerato che i compagni sono stati abbastanza inconsistenti o quantomeno ondivaghi (salviamo Landry cuor di leone), il risultato ha del miracoloso. I Lakers probabilmente non si aspettavano tanti grattacapi da subito, ma il loro dominio fisico alla lunga si è fatto sentire e non poteva essere altrimenti, nonostante Gasol non abbia giocato sui suoi consueti livelli. Bynum è bastato ed avanzato, coadiuvato da Odom, Artest, la panchina che ha saputo spaccare gara 5. La notizia migliore è che Bryant non ha mai dovuto strafare, limitandosi a qualche messaggio dei suoi. Un plauso a coach Monty Williams che all’esordio ai playoffs non ha messo la testa sotto la sabbia contro il titano Jackson, ponendogli problemi nonostante la manifesta inferiorità. Bravo anche a Belinelli che ha incamerato esperienza ed almeno una gara di livello, la quinta, ha saputo esprimerla. MVP: Andrew Bynum
 
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Pubblicato da su 2 Maggio 2011 in NBA

 

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Nba Playoffs – Secondo Turno

Neanche il tempo di rifiatare e le semifinali di conference sono già in atto. Tutto secondo le previsioni in questo primo turno? Non esattamente, è qui che sta il bello. Due upset, uno per conference come nell’Nhl ma qui i nomi delle escluse sono roboanti. Usciti dalle scuderie i purosangue galoppano spediti e in un amen ne sono rimaste solo otto, che per quest’anno si possono fregiare della nomea di migliori della lega, dell’élite che conta e nella cerchia degli invitati ci sono un paio di sorprese. Trovare le intruse è piuttosto semplice, si tratta di Atlanta e Memphis, soprattutto quest’ultima che nessuno si aspettava al ballo ma che disputando una grande serie si è autoinvitata di prepotenza. Ora che inizino le danze, quelle maledettamente serie che pongono di fronte le corazzate o presunte tali, non certo il veliero in cerca della folata di vento propizia. Vediamo gli scontri iniziando da Est:

  • 1.Chicago Bulls – 5.Atlanta Hawks: parere mio, l’ago della bilancia sarà rappresentato dal rendimento degli esterni di Atlanta, in particolare Crawford e Hinrich che non si sa ancora se e soprattutto come sarà presente. Il primo sposta dal punto di vista offensivo, e una volta di più ha segnato un tiro vincente, l’ex Kansas invece ti cambia la vita dietro e contando il cliente che arriva adesso farebbe discretamente comodo. Per me giocherà anche con un braccio solo ma in quel caso chi potrà prevedere quanto inferiore sarà il suo impatto nel provare a contenere Rose? Chicago viene da una serie vissuta pericolosamente, con punteggio menzognero o quantomeno silente su quelle che son state le insidie vissute contro una squadra che davvero non aveva nulla da perdere. A ben vedere, anche Atlanta non ha grandi pressioni addosso, ma forse lo sfizio di provare a passare anche il secondo turno per togliersi l’etichetta di squadra senza cattiveria può bazzicargli per la testa. I Bulls sono sembrati un po’ troppo Rose dipendenti, come al solito del resto, ma fino ad ora è stato un bel dipendere. Il vero interesse sarà vedere la sfida tra una difesa organizzata ed un attacco con cinque punte in grado di segnare (quando c’è Crawford) che gioca molto di isolamenti. Oltretutto vincere in casa degli Hawks è sempre un bel rompicapo. Tra le battaglie in campo, da gustare quella tra le batterie dei lunghi, entrambe belle arcigne, e in special modo fra i due ex compagni a Florida Noah e Horford. Se Chicago se li porta attaccati fino alla fine, come clienti sono scomodi e la serie potrebbe farsi lunga. Pronostico: 4-2 Chicago Bulls
  • 2.Miami Heat – 3.Boston Celtics: già ribattezzato lo scontro tra titani, rivelerà quale sia il reale stato delle due squadre, che il primo turno per ragioni differenti ha solo fatto intravedere. I quesiti sono tanti, le risposte certe potrà darle solo il campo. Quando si parla di esperienza dei Celtics si dovrebbe precisare che anche i due big di Miami hanno alle spalle diverse stagioni di playoffs e relative delusioni, se si esclude la cavalcata del 2006 per Wade, e anche diversi comprimari hanno vissuto situazioni delicate, uno su tutti Eddie House. Quel che Boston può mettere sul suo piatto è la qualità delle esecuzioni nei momenti decisivi, che al contrario gli Heat sembrano gestire con più improvvisazione affidandosi al talento individuale. Si parla anche di vantaggio nel ruolo di point-guard dove Rondo potrebbe banchettare su Bibby, ma se Spoelstra decidesse di affidarsi maggiormente a Chalmers gli squilibri potrebbero contenersi. Sarà una bella partita a scacchi, in cui ruolo rilevante avranno le panchine e la capacità di realizzare ondate durante le partite. In stagione regolare a parte l’ultimo episodio dove giocarono solo gli Heat i Celtics han sempre vinto assestando qualche colpetto psicologico su Miami. Di sicuro la pressione maggiore la sentono in Florida dove è arrivato il momento della verità: passare il turno potrebbe davvero sbloccare una squadra che nel primo anno ha dato chiari segni di doversi ancora assestare, soprattutto perché han di fronte una squadra nel più completo senso del termine, quello che loro ancora non sono. Per Boston inutile sottolineare come potrebbe essere l’ultima occasione dunque ogni serie ha lo stesso peso delle altre, fondamentale. Vedremo se lo scombussolamento forzato apportato al roster a febbraio si farà sentire in negativo o potrà essere assorbito. Pronostico 3-4 Boston Celtics

 

A Ovest il palcoscenico è quanto mai aperto alle novità, rispetto alla scorsa stagione è mezzo rivoluzionato e sembra non esserci un vero favorito, ma forse si tratta solo di apparenza:

  • 4.Oklahoma City Thunder – 8.Memphis Grizzlies: ovvio che sia uno scontro inatteso, meno ovvio l’andamento, dato che si tratta forse delle due squadre più in palla del momento; in campo si nota proprio a occhio nudo come sprigionino un’energia maggiore rispetto agli altri. Memphis è da prendere dannatamente sul serio, come ha urlato Zach Randolph all’intervistatrice al termine di gara 6 “siamo forti, non andiamo in televisione ma siamo forti e ora l’hanno capito tutti”. Parole sante Z-bo, con la perdita di Gay sembrano essere ancora più compatti, l’unica incognita è vedere se faranno la fine degli Warriors, corsari a Dallas nel 2007 ma asfaltati dai Jazz appena dopo. Parere del sottoscritto, sono da tenere d’occhio anche perché di fronte hanno una squadra giovane, alla prima stagione con i fari realmente puntati addosso, che dovrà gestire la pressione dell’esser favorita d’obbligo. La serie potrebbe rivelarsi più equilibrata del previsto, le chiavi saranno la battaglia sotto canestro, con due coppie estremamente solide in cui i Thunder potrebbero avere un piccolo vantaggio potendo contare su due riserve toste (ma Memphis schiera qui la sua stella e verranno testate seriamente le capacità di Ibaka), la selezione di tiri di Westbrook, che non è esente da critiche, l’impatto della second unit che propende per Oklahoma ma certo non nettamente, anzi. Certo, se Durant fa il Durant le cose potrebbero diventare più semplici, ma l’entusiasmo dei Grizzlies dovrebbe ispirare prudenza perché a fare sgambetti ci si prende gusto. I finali tirati sarebbero un’incognita perché i Thunder sono piuttosto prevedibili andando dritti da KD salvo idee difformi del loro play, mentre per ora Memphis è stata davvero costante nel segnare i tiri che contano. Dovessi puntare un nichelino sulla serie più divertente lo metterei su questa. Pronostico: 4-3 Oklahoma City Thunder
  • 2.Los Angeles Lakers – 3.Dallas Mavericks: questa per me è l’incognita più grande, perché potrebbe trattarsi di una bolla come invece presentare risvolti inaspettati. La domanda fondamentale è: quali Lakers vedremo? Quelli che dopo una lenta carburazione tutti si aspettano, oppure quelli più abbordabili che han faticato al primo turno proprio perché non se lo aspettavano? E Dallas ha una convinzione nuova o non ha perso gli antichi vizi? Di certo c’è che i Mavericks presentano una struttura completamente diversa dagli Hornets, idem i Lakers da Portland, quindi i problemi da affrontare per le due squadre cambieranno. I texani sono messi meglio sotto canestro ma per contenere Bynum e Gasol rischiano problemi precoci di falli; vero anche che Nowitzki è un bel rebus specie se uno dei due deve uscire a marcarlo: o c’è sacrificio o toccherà per lunghi tratti a Odom o addirittura Artest, qualora Dallas scegliesse la modalità piccola con i due play più Terry. Proprio il Jet è un giocatore importante perché potrebbe far male non avendo Los Angeles grandissime opzioni per contenerlo a livello di single coverage. Scorrendo i roster però la moneta se la guadagnano ancora i Lakers, vale a dire che dal mio punto di vista la serie è in mano loro e conteranno più i loro demeriti che i meriti di Dallas, ma come spesso capita potrei sbagliarmi. Perché succeda però i Mavericks devono esibire una prestazione che rasenti la perfezione, tornando anche ai livelli di intensità e continuità di quando eliminarono gli Spurs nel 2006 che da allora non si sono più rivisti. Pronostico: 4-2 Los Angeles Lakers
 
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Pubblicato da su 1 Maggio 2011 in NBA

 

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Nhl Playoffs Atto Primo

Primo turno di playoffs archiviato. Quattro  serie su otto terminate a gara 7, tra queste due al supplementare, evento raro come un libero del fabbro Chris Dudley, un solo sweep, in generale grande equilibrio, grande spettacolo e straordinaria intensità. Se questo è solo l’inizio, c’è da saccheggiare il reparto vivande giacché non ci si schioda dal divano fino a disegnare la sagoma sui cuscini. Guardando i nomi delle qualificate si scopre come si siano verificati solo due upset, entrambi tra quarta e quinta forza, dunque sostanzialmente i pronostici siano stati rispettati. Se però invece di uno sguardo superficiale si prende la briga di armarsi di lente ed analizzare i vari duelli, allora il panorama cambia mostrando favolose battaglie sportive che purtroppo han dovuto mietere vittime forse immeritevoli quando l’equilibrio è così diffuso. Solo due squadre sembrano essersi staccate dalle altre e sono una per conference, Washington e Detroit. I Capitals non avevano un avversario probante di fronte, specie se Ovechkin gioca da Ovechkin e si considera come tutti gli altri accoppiamenti ad Est siano finiti alla settima. I Red Wings invece non sono mai stati veramente impegnati dai Coyotes, che non hanno quasi mai saputo condurre nel punteggio durante la serie e fondamentalmente hanno subito sotto quasi tutti gli aspetti gli avversari che pur erano privi di Zetterberg.

 Merito a tutte le formazioni che nonostante assenze di prim’ordine si sono rimboccate le maniche continuando a pattinare e lottare (riferimenti puramente voluti ai Kings privi del cannoniere sloveno Kopitar ed ai Pinguins cui mancavano 1° e 2° violino – ce li vedete i Lakers senza il duo Bryant/Gasol o il Barcellona senza Messi/Iniesta ?): è andata male ad entrambe ma se per caso l’onore fosse mai stato messo in discussione, beh la discussione torna nel cassetto. Discorso che vale soprattutto per Pittsburgh, arresasi solamente a gara 7 ai Lightning e solamente con un risicato 1-0, punteggio menzognero di una partita disputata a livelli di intensità atomici.

Rapsodica come poche la serie tra Boston e Montreal. Due vittorie in trasferta a testa, più di un supplementare in un continuo scappare e riprendersi fino alla normale conclusione, gara 7. Che ovviamente non poteva concludersi che nella solita altalenante maniera: avanti 2-0 i Bruins, ripresi dagli Habs, nuovamente avanti i padroni di casa ma a pochissimo dalla fine stoccata da lontano di Subban per l’ennesimo pareggio che ammutolisce il pubblico; una volta di più se ce ne fosse stato bisogno il ragazzo ha dimostrato di avere attributi cubici oltre che una lingua bella sciolta. Supplementare che però ristabilisce le gerarchie del seeding e manda avanti Boston rinviando ancora di un anno i sogni di gloria dei Canadiens.

Applausi ai Flyers, che nonostante le passioni personali canadeseggianti reputavo tra le favorite ad Est: in gara 6, elimination game, vinci o vai a casa, sul ghiaccio nemico trovatisi sotto 3 a 1 han saputo rimontare e spuntarla all’overtime, schiantando i Sabres nell’ultimo atto. Merita un inchino di ringraziamento pure Buffalo e soprattutto il suo portiere Ryan Miller, che di partite ne ha portate a casa praticamente due da solo mantenendo inviolata la porta.

Ad ovest Detroit è sembrata sbarazzarsi con discreta agilità di Phoenix, San Jose ha sudato e non poco contro una combattiva Los Angeles (vincendo tre gare nell’extra-time, mica da ridere, ma anche tutti e tre i match disputati sul ghiaccio dello Staples Center) e nella serie che probabilmente tutti quanti si son filati di meno, scrivente incluso, Nashville ha saputo ribaltare il fattore campo imponendosi in sei su Anaheim, che potrà consolarsi sapendo dell’arrivo in città di una nuova franchigia professionistica, i furono Sacramento Kings. I fari però son stati puntati su una serie fantastica, Vancouver – Chicago. Canucks avanti 3-0, sembra tutto facile ma non si è fatto i conti col cuore dei campioni che infatti non smettono di giocare, ci credono e rimontano vincendo gara 4,5,6 fino ad impattare la serie. Dramma ed impresa sportiva all’orizzonte. Gara 7, succede di tutto. Vancouver la inizia bene, convinta, si porta subito in vantaggio ma non si ripete e non chiude la gara. Partita combattutissima coi portieri sugli scudi, Roberto Luongo (suona italiano? Suona,suona..) da una parte ed il rookie Crawford dall’altra che compiono alcune parate insensate. All’inizio del terzo periodo Burrows sbaglia un rigore che avrebbe ammazzato partita e serie. Mancano meno di due minuti alla fine, Chicago è in inferiorità numerica scontando una penalità ma che ti combina Toews, il capitano? Recupero e goal tuffandosi letteralmente sul ghiaccio: 1-1 e supplementari, dove vige la sudden death, il primo che segna vince. Qui passano pochi minuti, castroneria di Campoli nel disimpegno e Burrows, il predestinato, spedisce il disco all’incrocio e i canadesi in paradiso. Due squadre meravigliose: sette vite o forse più per i Blackhawks, grandissimi campioni uscenti che non hanno mai mollato arrivando ad un battito di ciglia dall’impresa, ma che dire anche dei Canucks che con tutte le botte psicologiche incassate avrebbero potuto sciogliersi ed invece han saputo rimanere lì con la testa. Onore alle squadre, onore al pubblico che è stato stupendo, supportando alla grande i team soprattutto nei momenti di difficoltà.

Ora sotto con le semifinali di conference: ad Est Washington se la vedrà con Tampa Bay, mentre Philadelphia trova nuovamente Boston in un duello che promette scintille come ad Ovest quello tra Detroit e San Jose. La numero uno Vancouver invece dopo essere sopravvissuta all’inferno potrebbe iniziare la cavalcata facendosi trasportare in primo luogo dall’adrenalina e le energie nervose. Primo sfidante Nashville. Un nuovo mucchio selvaggio ci attende.

 
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Pubblicato da su 28 aprile 2011 in Hockey

 

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Playoffs Nba: Western Conference

  • 1.San Antonio Spurs – 8.Memphis Grizzlies : eccola là. Ultima partita di stagione regolare e chi va a farsi male al gomito? Manu, in dubbio per gara 1. Idea mia, l’argentino è l’uomo chiave dei texani, o meglio è quello che sposta, perché tenendo conto di tutte le variabili se la squadra sta bene fin dove arriva lo decide lui. Pronti via e si trovano una bella patata da pelare, ma d’altronde che l’ovest fosse mediamente più insidioso a livello di primo turno lo sapevano anche i muri. Memphis è una squadra da prendere con le molle, ha perso il go-to-guy Rudy Gay ma ne ha risentito poco, potendo contare sull’ottimo apporto di Tony Allen che finalmente sembra dare un senso alla scelta di lasciare Boston in estate. Inoltre i Grizzlies presentano una Zach Randolph formato stellare, che solo la piazza poco seguita e i guai disciplinari passati tengono fuori dai riflettori dei media. In realtà Memphis vanta un buon quintetto in ogni elemento e una discreta panchina, all’altezza di creare problemi ad una squadra che ha rallentato fisiologicamente dopo due terzi di stagione passati ad andature Boltiane. Quest’anno c’è stato anche il cambio di testimone, scettro passato da Duncan a Parker-Ginobili e abiura di Popovich ai ritmi controllati: c’è da pensare che nella post-season qualcosa cambi, soprattutto c’è da capire quante energie ha tenuto in serbatoio il caraibico perché da quello si capirà se Memhis ha vantaggio nel pitturato o no. Le chiavi: Parker può abusare di Conley o il duello sarà equilibrato? Per me, barrare A. Che impatto avrà la panchina degli Spurs? Difficile dirlo, che uomini come Hill o Bonner possano produrre quanto in stagione è una visione ottimistica. Nutro meno dubbi su Gary Neal che anche se novizio di Nba due o tre ne ha viste in vita sua. Che Jefferson vedremo? Boh. Per me San Antonio non andrà via liscia come l’olio specie se Ginobili è sotto il par. Pronostico: 4-1 San Antonio Spurs
  • 4.Oklahoma City Thunder – 5.Denver Nuggets : lo scontro che negli States tutti vogliono vedere. Oklahoma è in costante crescita di anno in anno e l’arrivo di Perkins dona grande sostanza sotto canestro e quella durezza che mancava. Denver ha una squadra anodina per gli standard Nba, senza stelle conclamate ma profonda, con una second unit che in sostanza equivale la prima e la variabile impazzita J.R. Smith che può ovviamente far danni ma anche incanalare un partita da solo con le sue sfuriate offensive; inoltre coach Karl ha mostrato di saper gestire il materiale a disposizione almeno fino ad ora. I Nuggets insomma hanno tutto per fare male a tantissime squadre presentando diversi problemi di match-up, ma la loro sfortuna è trovarsi di fronte i giovani ed atletici Thunder, che da questo punto tornano la pariglia. La lotta sotto canestro sarà accesissima tra le coppie Martin/Nenè e Ibaka/Perkins, Sefolosha ha la capacità di prendere il giocatore più pericoloso della serata che vada dall’1.90 ai 2.05 e rendergli la vita ostica (chiedere a sir Kobe), e poi ci sono i due, Westbrook e Durant. Loro si può cercare di contenerli, non certo fermarli, soprattutto KD che affronta con disinvoltura tutte le situazioni di gioco e quando sbaglia è più per colpa sua. Da non sottovalutare l’impatto della panchina di Oklahoma, che mi sembra bella solida e guidata dal panterone Harden che sa incidere sulle partite. Denver ha due play penetratori che amano il ritmo alto, cosa che ai Thunder starebbe bene, e la capacità di restare attaccati alle partite anche quando non sono in serata. Dal canto loro i Thunder mi sembrano ancora un po’ acerbi nel gestire i finali tirati, dove hanno sì due grandi finisseur ma la tendenza a smettere di giocare per rifugiarsi negli isolamenti. Immagino saranno tutte partite combattute. Pronostico: 4-2 Oklahoma City Thunder
  • 3.Dallas Mavericks – 6.Portland Trail Blazers : altra serie molto affascinante e ricca di incognite. Dallas ha vinto tanto ma contro le corazzate ha convinto poco e nei playoffs ha una nomea poco invidiabile da cui vuole riscattarsi; onestamente mi sembrano ancora una volta tutti sulle spalle del tedesco che è all’ostinata caccia dell’anello sfuggitogli nel 2006. Di fronte però hanno dei cagnacci strutturati in maniera simile, anzi dal mio punto di vista con qualcosa in più. Stella con stesso ruolo di Nowitzki, ossia LaMarcus Aldridge che avute le chiavi della squadra ha prodotto una stagione notevolissima e può consacrarsi nei playoffs. In mezzo all’area un intimidatore come Chandler, Camby. Play di sicura affidabilità in cabina di regia, Kidd per i texani e Miller a Portland; una selva di giocatori nelle posizioni 2-3, con ago della bilancia pendente per i Blazers: i Mavs hanno il solo Terry che sposta per davvero dalla panchina, Portland può contare su Matthews, Batum, Fernandez e Wallace, deputato per stazza anche a poter curare Nowitzki. Entrambe mi sembrano carenti nel reparto lunghi, cioè senza grandi soluzioni alternative ai titolari, ma dalla panchina per i Blazers c’è anche un’ulteriore asterisco, Brandon Roy. Quello che in sostanza è il miglior giocatore del team viene da una doppia operazione alle ginocchia ed ha i minuti calmierati, ma tutto quello che saprà portare andrà a beneficio della sua squadra come bonus e potrebbe generare un punto a favore mentale incisivo. Grande azzardo, ma mi gioco l’upset. Pronostico: 2-4 Portland Trail Blazers
  • 2.Los Angeles Lakers – 7.New Orleans Hornets : la solita fortuna sfacciata dei campioni. A ovest circolavano due segreti di pulcinella: c’è una squadra più debole di tutte le altre ed una che tutti vorrebbero affrontare il più tardi possibile; ovviamente i Lakers hanno pescato gli Hornets ed evitato di incrociare i Thunder fino all’eventuale finale di conference. L’infortunio di Bynum non sembra nulla di grave, ma anche senza di lui Los Angeles non dovrebbe registrare grandi problemi: se come i Celtics avvieranno la modalità playoffs, i campioni diventano macchina ardua da fermare, essendo completi, duttili, talentuosi in attacco, organizzati in difesa e guidati da sua maestà l’orco Bryant che da sabato sarà un uomo in missione. Sull’altra sponda l’infortunio di David West parere mio ha messo la croce su ogni velleità di New Orleans: oltre ad essere il principale terminale offensivo era anche l’uomo con cui il pick’n’roll di Chris Paul creava problemi alle difese. Tolto lui CP3 pare isolato in quanto non esiste un realizzatore solido, la batteria di lunghi seppur discreta non regge il confronto con quella dei Lakers, Ariza tenterà di ostacolare Kobe spendendo tanto e anche tra le panchine il punto sembra appannaggio Lakers. In eventuali finali punto a punto inoltre sembra difficile che i campioni si possano far sorprendere. L’unica chance, che è più una speranza, resta legata ad una serie mostruosa di Paul. Se farà i numeri cinesi, forse gli Hornets hanno la possibilità di portarne a casa una. L’altra eventualità è un atteggiamento di sufficienza dei californiani. La ragione dice sweep non troppo impegnativo, ma romanticamente.. Pronostico 4-1 Los Angeles Lakers
 
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Pubblicato da su 15 aprile 2011 in NBA

 

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Playoffs Nba: Eastern Conference

Finalmente si comincia. Da sabato anche l’Nba inizia a fare sul serio, o meglio si comincia a giocare per l’anello in partite da dentro o fuori. La stagione è stata interessante, come al solito non ha offerto uno spettacolo continuo ma ondivago, naturale quando si devono affrontare 82 partite più tutti i viaggi e gli spostamenti in poco meno di sei mesi. Per 16 squadre però il cammino non è ancora terminato, anzi tutte sperano di protrarlo il più a lungo possibile e alcune coltivano legittime aspirazioni di concludere a giugno con una parata tra le strade cittadine per mostrare orgogliosamente il titolo di campioni appena conquistato. Così si presenta al via il tabellone della costa est, di cui proverò a fare un’analisi con relativo pronostico:

  • 1.Chicago Bulls – 8.Indiana Pacers : la serie non sembra presentare troppe difficoltà per i Bulls, che nelle ultime due giornate sono riusciti a scavalcare San Antonio agguantando il miglior record della lega. I Pacers sono l’unica squadra tra le sedici che hanno raggiunto i playoffs che vanta un record perdente, sono privi di un giocatore importante come Dunleavy e tornano alla post season dopo cinque anni di assenza, traguardo che la dirigenza giudica già più che soddisfacente anche perché giunto un po’ inaspettato. Questo però consentirà alla squadra di giocare con entusiasmo e senza pressione addosso, tentando di rendere la vita dura alla testa di serie numero 1, cosa che comunque reputo difficile.  I Bulls hanno mostrato di avere una guida sicura in panchina che ha saputo instillare nella squadra intensità, solidità difensiva anche quando li abbandona il ritmo in attacco e la capacità di dosare lo sforzo durante la gara. Per tutto il resto c’è Derrick Rose, che sarà curioso vedere in una serie dove la difesa potrà adattarsi per contenerlo. Quella di Indiana non sembra la più indicata anche se la presenza di Roy Hibbert sotto canestro potrà dare qualcosa. Chicago però mi sembra superiore in ogni reparto per quantità e qualità, tanto più che la stella di coach Vogel, Danny Granger, si troverà di fronte a Loul Deng; l’inglese ha disputato la sua miglior stagione Nba, diventando un perno della squadra in entrambe le metà campo. I Pacers chiederanno un contributo anche a Collison ed Hansbrough, ai loro primi playoffs, ma rischiano di non trovare valide risposte alla difesa di Chicago che se ha la possibilità di lanciare in campo aperto Rose diventa francamente impraticabile. Oltretutto anche nella lotta tra panchine quella della città del vento mi sembra più fornita con atleti (Brewer), tiratori (Korver), “minatori” (Gibson) e professori del gioco (Thomas). Mi sbaglierò, ma Chicago farà fatica a perderne una. Pronostico: 4-0 Chicago Bulls.
  • 4.Orlando Magic – 5.Atlanta Hawks : tolto il blasone, la serie più interessante ad Est. Entrambe arrivano coi fari spenti e senza troppe attenzioni dei media, il che può essere un bene. Dwight Howard viene da una stagione strepitosa e nessuno della front line di Atlanta sembra potergli creare grandi grattacapi, almeno lungo una intera serie. I vari Collins Pachulia, lo stesso Horford rischiano di incappare in frequenti problemi di falli, a meno che il centro dei Magic non torni a mostrare problemi di maturità. Potendo sfruttare il vantaggio sotto canestro Orlando proverà ad aprire il campo per i suoi numerosi tiratori dall’arco: non è un segreto che il gioco dei Magic passa dal tiro da fuori, se riesce ad essere arginato il team di Van Gundy perde sicuramente in efficacia. Nondimeno peserà il rendimento di Turkoglu: se il turco saprà elevarlo ai livelli dei playoffs di due stagioni or sono i Magic diventerebbero cliente scomodissimo capace di presentare diversi rebus. I dubbi sulla squadra però permangono perché non sembra inscalfibile mentalmente e dopo la trade che ha rivoluzionato il roster il settore lunghi dietro ad Howard non sembra essere molto polposo. Di contro gli Hawks danno la stessa impressione da diversi anni, ovvero quella di una buona squadra, stabilmente ai playoffs ma incapace di effettuare il salto di qualità che la porti a diventare una contender. Punti forti e deboli si ripetono: ottimo talento individuale specie in uomini come Johnson, Smith, Horford, Crawford, ma anche preoccupante tendenza a vivere tantissimo di isolamenti e senza un sistema. In difesa sono comunque ostici perché hanno quintetti molto duttili ed in grado di cambiare su tutti. L’anno scorso la stessa serie finì con uno sweep di Orlando nelle semifinali di conference, ma quest’anno gli Hawks conducono gli scontri diretti 3-1. In sostanza Atlanta va fin dove la porta il talento dei singoli, che è notevole ma se non organizzato contro squadre di punta può portare a casa un paio di partite, non di più, nonostante potrebbero essere indigesti alla franchigia della Florida. Pronostico: 4-2 Orlando Magic.
  • 3.Boston Celtics – 6.New York Knicks : ecco, questa sfida invece la aspettano tutti almeno per il nome delle contendenti. New York torna ai playoffs dopo anni di assenza e disgrazie e l’atmosfera attorno al Madison è elettrica, ma parere mio questa serie è totalmente nelle mani dei Celtics: dipenderà quali saranno le reali condizioni della squadra, che dalla pausa per l’All Star Game pare aver tirato il freno a mano come già aveva fatto le due stagioni precedenti. Se i Celtics cominciano a giocare come ci hanno abituato non c’è accoppiata Anthony-Stoudamire che tenga, ma l’incognita della serie è proprio questa, aggravata dal fatto che la trade ha cambiato gli equilibri dei biancoverdi che ancora sembrano incerti della situazione lunghi: buon per loro che New York non è una corazzata sotto canestro. Per i Knicks sarà importante il rendimento delle due stelle ma forse ancor più determinante risulterà essere l’esperienza di Billups, veterano di mille battaglie e capacissimo ad alzare il suo rendimento in situazioni bollenti. Inoltre la truppa di D’Antoni resterà legata a doppio filo alle sue percentuali da fuori, il che non è mai un buon segnale in una serie lunga: se troverà la solita difesa Celtics potrebbe incappare in grosse difficoltà. Da parte sua la squadra di Doc Rivers è sempre enigmatica nel finale di stagione, anche se analizzate le due squadre Boston è più forte di New York. Dato che le possibilità di cavalcata verso un secondo titolo per Pierce, Allen e KG si assottigliano  ogni anno data la carta d’identità, mi sorprenderebbe se i Celtics non giocassero al massimo del loro potenziale, che forse non sarà sufficiente per raggiungere le finali, ma certamente gli consentirebbe di passare il primo turno. Pronostico: 4-2 Boston Celtics
  • 2.Miami Heat – 7.Philadelphia 76ers : altro accoppiamento che non dovrebbe presentare grosse sorprese, come d’altronde penso tutti quelli del primo turno ad est. Miami dopo una regular season altalenante in alcuni suoi momenti, normale per un gruppo appena assemblato, sembra aver trovato una sua dimensione, certo non definitiva ma bastevole se l’avversario non è tra i top team, ed i 76ers non lo sono. Oltretutto il bilancio stagionale recita un secco 3-0 per gli uomini di Spoelstra. Non che il team di coach Collins non possa presentare grattacapi: la squadra è giovane, talentuosa, con un paio di uomini di riferimento, Iguodala e Brand, ed una panchina tostissima, arma che potrebbe incidere contro una squadra dove il punto forte non son certo le riserve. Qui però inciderà molto l’apporto di Lou Williams: il play di Phila viene da un infortunio e sembra essere recuperato, ma bisognerà constatare in che condizioni. Philadelphia è già contenta del risultato ottenuto e non pensa di avere verosimili chances di passaggio del turno, ma vale lo stesso ragionamento fatto per i Pacers, questo può essere un vantaggio nel farli giocare meglio. Interessante sarà vedere come giocheranno gli Heat in caso di finali tirati, anche se non credo sia questa la serie che darà indicazioni rilevanti su Miami. Philadelphia userà queste partite soprattutto per far assaporare il clima playoffs ai suoi ragazzi, e si riterrà soddisfatta se riuscirà a strappare un paio di gare. Pronostico: 4-1 Miami Heat.
 
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Pubblicato da su 14 aprile 2011 in NBA

 

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Nhl Wild Bunch

Stanotte scatterà l’ora X anche nel mondo dell’hockey, gioco preferito nella parte del globo sommersa da gelo, neve e ghiaccio per la maggior parte dell’anno. Ora X significa avvio dei playoffs, la cui strutturazione é identica a quella della Nba: due conference, la classica dicotomia tra est ed ovest, otto squadre per parte accoppiate in base ai risultati stagionali e serie al meglio delle sette gare fino a decretare chi avrà l’onore di alzare al cielo la Stanley Cup. La stagione scorsa é stata la volta dei Chicago Blackhawks, ma quest’anno i campioni in carica avranno le mani piene cercando di difendere il titolo, avendo pericolosamente costeggiato il rischio di non qualificarsi nemmeno alla postseason, acciuffando l’ottava ed ultima posizione disponibile solo con un sprint nelle ultime settimane, sintomo che gli equilibri nella lega sono molto sottili. Quello delle partecipanti ai playoffs Nhl può essere considerato a ragione un mucchio selvaggio non solo per lo stile di gioco messo in mostra sul ghiaccio, ma soprattutto per la grande incertezza che aleggia nel dover dare un pronostico sulla vincitrice. D’ora in avanti l’intensità del gioco salirà esponenzialmente di colpi, e nessun risultato, nessuna singola partita potrà essere data per scontata. Più che in altri ambiti l’hockey sa riservare sorprese e verdetti impensabili, anche perché come in tutti gli sport di squadra, e questo lo é più di altri, il talento é solo una delle componenti da considerare, tanto più che va diluito per il numero di giocatori impiegati. In effetti sul ghiaccio pattinano sempre in 5 per squadra (più il portiere of course) e tendenzialmente i più talentuosi sono schierati in prima linea, ma ormai é pensiero comune che la differenza in una serie lunga la fanno quelli che vengono dalla panchina, 2° e soprattutto 3° linea, dunque avere un roster profondo e ben assortito conta molto. Qui pero’ entrano in gioco le regole salariali, per cui “mica si può fare come nel baseball dove gli Yankees si comprano sempre chi vogliono”, parole testuali di diversi fan canadesi, ma bisogna saper costruire una squadra vincente muovendosi con destrezza tra le regole, come le stelle fanno con gli avversari in campo. Da qui il maggiore equilibrio e la presenza di diverse squadre che possono competere per il titolo. Vediamo gli accoppiamenti:

Eastern Conference

1.Washington Capitals – 8. New York Rangers

4. Pittsburgh Penguins – 5. Tampa Bay Lightning

3. Boston Bruins – 6. Montreal Canadiens

2. Philadelphia Flyers – 7. Buffalo Sabres

Western Conference

1.Vancouver Canucks – 8. Chicago Blackhawks

4. Anaheim Ducks – 5. Nashville Predators

3. Detroit Red Wings – 6. Phoenix Coyotes

2. San Jose Sharks – 7. Los Angeles Kings

Tutte le serie saranno combattute, a prescindere da quello che dirà il risultato finale. Quest’anno più che mai sono aperte le scommesse e le pretendenti al trono sembrano essere tante: constatato che il giocatore più forte della lega, il canadese Sidney Crosby che milita a Pittsburgh, è tornato a pattinare dopo l’infortunio che lo ha tenuto fermo per metà stagione ma ancora non si sa se potrà giocare (e dato che anche il russo Malkin è fuori fino al prossimo anno le speranze dei Pinguins sono ridotte e di molto), toccherà al russo Ovechkin cercare di prendere il proscenio portando finalmente i suoi talentuosissimi Capitals fino alle finali. Ad Est però dovranno fronteggiare la concorrenza di Philadelphia, finalista lo scorso anno e intenzionata più che mai a ripresentarsi all’appuntamento conclusivo per portare a compimento quel che è sfuggito lo scorso anno. I Flyers saranno ostacolati dai Sabres che basano tantissimo del loro gioco sul portiere saracinesca Ryan Miller, titolare della nazionale a stelle e strisce argento olimpico a Vancouver. L’ultimo accoppiamento vede opposti due team storici della lega, presenti tra i sei originali che la composero. Boston ha il vantaggio del fattore campo e viene da una stagione solida, ma gli Habs proveranno a ripetere la grande cavalcata dello scorso anno, quando entrando con l’ottava moneta eliminarono in sette partite prima i Capitals e poi i Penguins, forse le due squadre favorite, uscendo di scena in semifinale contro i Flyers. Ad Ovest invece Vancouver spera che questa possa essere l’annata buona dopo una stagione regolare fantastica e delega ai gemelli Sedin il compito di trascinarli fino alle finali, ma già il primo turno è ostico. Altre contenders saranno San Jose, che ha cominciato la stagione a fari spenti ma alla lunga è uscita prepotentemente e ora sembra in gran forma con in più rispetto all’anno passato la sicurezza del portiere, il finlandese Niemi reduce dal titolo con Chicago, e Detroit. I Red Wings sono squadra sempre temibile, ricca di nomi di pedigree come Modano e Lindstrom, entrambi quarantenni ma ancora temibili, ed han raggiunto la finale 2 volte negli ultimi 3 anni. A sfidarli nel primo turno saranno i Coyotes, squadra molto solida difensivamente ma senza nessun grande attaccante e che dunque potrebbe faticare. L’ultima sfida è quella tra Anaheim e Nashville: i primi proveranno ad andare nuovamente in fondo e vincere la Stanley Cup sorprendendo tutti, come nel 2007. I secondi proveranno finalmente a passare un turno di playoffs, cui partecipano con una certa costanza da anni, per la prima volta nella loro storia. Chi scrive ha una certa simpatia canadese derivata da esperienze personali, dunque tiferà per una finale tutta intinta nello sciroppo d’acero tra Canucks e Canadiens, ma resta più una speranza. Comunque vada, sarà una battaglia. Da mucchio selvaggio.

 
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Pubblicato da su 13 aprile 2011 in Hockey

 

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Euroleague Playoffs

Sono scattati ieri sera i playoffs dell’Eurolega, che si limiteranno sostanzialmente ad un solo turno, i quarti di finale appunto, per poi lasciare spazio alla formula delle final four, partite secche disputate in una sola location come nella tradizione americana del college basketball. Le sfide sono al meglio delle cinque gare, vale a dire servono tre vittorie per passare il turno. Le prime due partite vengono disputate in casa della squadra che terminando prima nel girone delle top 16 si è aggiudicata il fattore campo, dopodiché si torna il favore giocando a campi invertiti salvo poi tornare sul parquet di partenza per la eventuale bella, cioè gara 5. Le quattro sfide sembrano molto equilibrate sulla carta, non a caso le otto superstiti dovrebbero rappresentare la mousse al cioccolato del basket europeo di una stagione che qualche verdetto lo ha già dato, come l’esclusione delle due squadre turche e russe, quelle moscovite addirittura ancora nella prima fase, ma che assemblare non era costato esattamente due bruscolini. Qualche delusione c’è stata insomma, una piccola sorpresa nella presenza del Valencia (non grossa come il Partizan della stagione scorsa), un dato di fatto nel vedere quattro squadre spagnole schierate, ognuna con le sue possibilità di alzare la voce. Gli iberici proveranno a farla da padrone ma dovranno sbarazzarsi dei soliti due panzer cingolati greci, della nobiltà gialla israeliana, quasi sempre presente quando l’aria si fa rarefatta, e anche della nostrana Siena, che spadroneggia a piacimento in terra italica ma sul panorama continentale nonostante una continuità ormai decennale ad alti livelli manca ancora della zampata felina che le consenta di piazzare gli artigli sul trofeo tanto agognato. Comunque vada una questione che verrà risolta nel circolino mediterraneo. Gara 1 è già stata giocata e ha dato qualche (clamorosa) indicazione. Vediamo gli accoppiamenti ed i relativi pronostici, che come diceva coach Peterson non li sbaglia solo chi non li fa:

a)      Caja Laboral – Maccabi Tel-Aviv : i baschi si sono portati sull’1-0 come han fatto tutte le squadre padrone di casa, ma la serie ha ancora molto da dire. Si affrontano i due team più prolifici del torneo, che si sono già scontrati in regular season dividendosi la posta e infliggendosi a vicenda il maggior scarto subito. Premesse interessanti. Ci sono incroci anche tra giocatori: l’israeliano Eliyahu giocava proprio a Vitoria lo scorso anno, mentre il nuovo lungo degli spagnoli Batista militava nelle file del Maccabi nel 2008. Le due squadre sono strutturate diversamente ma entrambe pericolose, con quintetti completi e buone panchine, anche se forse un po’ corte. Nella prima sfida tra le due per il Caja ottima prova del centro croato Barac, ma le stelle rimangono Teletovic, il sempre affidabile San Emeterio ed il play brasiliano Huertas, cui la squadra di Tel-Aviv contrappone una coppia di piccoli anomala ma atleticamente esplosiva come Pargo e Perkins, non veri play ma ottimi scorer, che parere mio decideranno le sorti della serie nel bene o nel male più del debordante (di circonferenza) Schortsanitis. Pronostico : Maccabi

b)      Regal FC Barcelona – Panathinaikos : senza dubbio il duello più prestigioso, che vede opporsi le due ultime detentrici del titolo. I blaugrana l’hanno spuntata di un solo punto in gara 1 con Diamantidis che ha sbagliato la difficile tripla della vittoria sulla sirena dopo una partita monstre, che ha avuto il classico protagonista inatteso nello sloveno Lakovic, ex per giunta. Le due squadre sono il gotha europeo degli ultimi anni e la sfida potrebbe tranquillamente essere una finale. Sulle panchine siedono il miglior coach dell’anno scorso, Xavi Pascual, e la leggenda vivente Obradovic, che l’anno passato è stato praticamente costretto a forza a rimanere dai tifosi. La sensazione che il ciclo dei greci, di alcuni giocatori presenti da anni sia in leggera parabola discendente c’è, ma l’esperienza e la classe degli stessi è talmente elevata che scommettere contro è sconsigliabile. Contro hanno però probabilmente la miglior squadra del continente, altissima, profondissima, completa in ogni reparto. Impressionante un dato di gara 1: tra i catalani dieci giocatori han messo piede in campo per oltre 10 minuti, e l’undicesimo, il play Sada, li ha sfiorati. Grande ripartizione anche nei punti, segno di equilibrio di squadra. Nel Pana quasi lo stesso, han giocato tutti i 12 a referto anche se l’apporto di qualche giocatore è mancato, Fotsis e Sato in primis. Si preannuncia una grande serie. Pronostico : Barcelona

c)      Real Madrid – Power Electronics Valencia : il derby spagnolo si preannuncia molto interessante, ponendo di fronte due squadre con un notevole divario in termini di talento assoluto ma provenienti da due tendenze opposte: i madrileni hanno appena subito le dimissioni di Messina dopo l’ininfluente débâcle interna con Siena e vengono dall’incredibile finale di partita (persa) con Malaga, mentre Valencia ha letteralmente voltato la stagione con l’avvicendamento in panchina e l’arrivo del volpone Pesic, inanellando una serie di prestazioni convincenti e vincenti che l’hanno portata a giocarsi la possibilità di disputare le prime final four della sua storia. La squadra è in forma, con due play affidabili come Cook e De Colo, lunghi solidi e nel complesso un’elevata dose di atletismo ed agonismo. Per i Blancos il discorso è diverso: di talento ce n’è in abbondanza, forse troppo per poterlo ben gestire, ma con una squadra come questa, prima nei rimbalzi in stagione e lunghissima come tutte le massime pretendenti al titolo, non ci si dovrebbe porre limiti. Sono seconda e terza della liga ACB. La prima sfida è stata decisa da una tripla di Mirotic a 19 secondi dalla fine, ma la sensazione è che i castigliani abbiano sempre quel qualcosa in più da giocarsi quando conta. Pronostico : Real Madrid

d)      Olympiacos – Montepaschi Siena : qui si potevano fare diverse analisi, forse si possono ancora fare. Ma dopo l’ecatombe di ieri sera è più difficile azzardare teorie o previsioni. 47-9 all’intervallo, neanche fosse una partita juniores tra lo squadrone di turno e la premiata ditta sfigatazzi, dice più di mille parole. Peggio di un treno in faccia. Scontato dirlo ma ora per Siena è prima di tutto una questione di testa, bisogna vedere se i giocatori sono mentalmente forti abbastanza per lasciarsi alle spalle il disastro pensando che sono solamente sotto 1-0, infischiandosene del punteggio. E dire che quelli che avrebbero dovuto sentire la pressione erano i biancorossi. Tra l’altro ai greci mancava anche Teodosic, che se è vero ha manifestato qualche problema di convivenza con Spanoulis resta pur sempre l’MVP dell’ultima edizione. Anche il roster del Pireo è profondo, molto forte fisicamente e con giocatori perimetrali che scavano la differenza, una costante ad alto livello europeo. Siena pensava di aver colmato il gap quest’anno ma il primo test sembra sconfessarla. Sarà tutto importante, anche i dettagli, non è tra questi la speranza di avere un buon McCalebb che è rientrato ad Atene dopo un lungo stop e da cui la Montepaschi dipendeva non poco; il fattore su cui insistere di più però potrebbe essere l’orgoglio, la voglia di riscatto dopo l’imbarazzante prestazione di martedì, anche se mi sento di dire che una squadra che perde così difficilmente fa molta strada. Pronto ad essere sconfessato. Pronostico: Olympiacos

 
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Pubblicato da su 23 marzo 2011 in Basket Europeo

 

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