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Crocevia Spagnolo

Incrocio sulla direttrice Italia – Spagna nel quinto turno di Eurolega, con le nostre affossate in entrambi gli scontri e sempre per un fatidico, fastidioso, determinante punticino. A voi la scelta dell’aggettivo calzante. Entrambe reduci da una finale di Coppa Italia vissuta con opposti sentimenti, Siena si è incuneata nel cuore dei Paesi baschi mentre a Desio Cantù riceveva il panzer blaugrana. Bilbao era alle corde, vittoria necessaria per proseguire la favola che prenderebbe maggior sapore dall’estromissione del Real Madrid, la contendente. Real che dopo il bel successo di Coppa del Re si sbarazza di Malaga con una scrollata di spalle e forse scopro troppo tardi quanto sia forte, o semplicemente paga un paio di mesi da montagne russe. La partita tra Gescrap e Montepaschi non è per i puristi del gioco: tensione, punteggi bassi, ferri a ripetizione, superare la doppia cifra in un quarto è un traguardo. Tirano male praticamente tutti e azioni se en costruiscono poche, ma almeno l’equilibrio è garantito. A Siena una sconfitta cambierebbe poco ma è in questi frangenti che emerge la natura cannibale del vincente. Il clima è caldo, Mumbru lo riscalda provocando e gli arbitri mostrano debolezza appioppando un antisportivo ad Andersen per contatto non necessario a gioco fermo. Roba veniale, una terna con i cosiddetti avrebbe sanzionato un tecnico per simulazione al basco che si butta in due o tre circostanze filate. Pianigiani vede i suoi stanchi e non vuole protrarre oltre l’agonia. Nei time-out il concetto base urlato a ripetizione è di non passare i tiri, non cercare l’esecuzione perfetta: in giornate come questa appena liberi non si deve esitare. Bilbao resta viva grazie alle vagonate di rimbalzi offensivi conquistati di pura rabbia e si arriva all’ultimo minuto, in cui comincia la processione dalla lunetta. Siena cerca di sparigliare il punteggio per evitare il supplementare con l’ultimo tiro, Katsikaris copia la tattica suscitando malumore nel pubblico che non apprezza. Probabilmente il greco aveva terrore di subire un tiro da tre e voleva chiudere a tutti i costi col possesso per vivere o morire di propria mano. Accontentato. Palla a Raul Lopez, migliore tra i suoi con Banic e Fischer; Stonerook, fino a lì solito erudito pensatore, cambia e tiene ma all’ultimo salta lasciando uno spiraglio. Tiro difficile, sirena, solo rete. 60-59 e delirio. Vincere partite del genere fa sempre bene.

Situazione speculare tra Cantù che gioca per restare in corsa e il Barcellona che arriva da imbattuto. Mancano Micov ed Eidson, e il peso specifico del serbo probabilmente è maggiore. Anche qui si marcia a braccetto, la solita Bennet spreme tutto quello che ha mentre il Barça sbiadito della finale di coppa persa tiene facendo i conti con le proprie debolezze quando Navarro non è al top. Ammirato da come Basile si gestisce e ancora incide alla sua età in tutto quello che fa per il campo. C’è anche Doron Perkins, folletto che vive sul filo del rischio da un’intera carriera, e si fa sentire. Un parziale di 7-0 nell’ultimo quarto dona 6 lunghezze di vantaggio a Cantù e sembra far pendere la Torre di Pisa dal lato buono, ma i catalani difendono sul serio e alla squadra di Trinchieri si stacca la spina. Niente faville in attacco, ma pian piano i blaugrana ricuciono fino alla parità. Rabaseda sostituisce Eidson e mostra cosa significa essere il 10° o 11° nel roster del Barça, che però annovera disgrazie come Huertas e Perovic. Nel finale due liberi di Shermadini portano cantù sul +1, Navarro risponde con la stessa moneta lasciando l’ultima azione alla Bennet. Leunen prende il fondo e quasi la perde, rimessa e tre secondi per tirare. Destinatario fortemente sospettato: Basile Gianluca. Conclusione complicata, primo ferro: 62-63 e addio all’Eurolega. Anzi arrivederci.

A completare il quadro il Cska spalma l’Olympiacos come marmellata mandando tutti a referto. I greci si giocano i quarti col Galatasaray nell’ultimo turno, mentre i russi sono alle final four diretti perché in una serie non li batti tre volte. In partita singola è comunque dura visto il gioco di squadra ed i solisti, ma è anche vero che non hanno mai incontrato vere pretendenti, visto che il Pana di quest’anno lo metto un gradino sotto.

Panathinakos che nel girone dei ciapa no perde in casa contro Milano, solita leonessa della battaglie perse, ma non dilapida i 22 di vantaggio dell’andata. Verdi qualificati e ultimo posto da giocarsi tra Fenerbahce e Kazan, due squadre non irresistibili.

 
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Pubblicato da su 24 febbraio 2012 in Basket Europeo

 

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